La sorgente del Bullicame è documentata fin dal primo Medioevo, quale punto di passaggio lungo la Via Francigena. In particolare nell'itinerario di Sigerico, Arcivescovo di Canterbury, essa rappresentava la VI tappa (Mansio) in uscita da Roma. La sorgente è anche citata da Dante (Inferno - canto XIV, vv.76-84):
« Tacendo divenimmo la 've spicciafuor della selva un picciol fiumicello,lo cui rossore ancor mi raccapriccia.Quale del Bullicame esce ruscelloche parton poi tra lor le peccatrici,tal per la rena giù sen giva quello.Lo fondo suo ed ambo le pendicifatt'era 'n pietra, e margini dallato »
Secondo alcuni commentatori della Commedia il termine peccatrici potrebbe essere stato trascritto male da pettatrici. Quest'ultime erano braccianti che provvedevano a mettere a bagno nell'acqua del Bullicame i fasci di canapa per la macerazione. Infatti, in quel periodo del Medioevo, Viterbo era famosa per la qualità del lino e della canapa che era bianchissima e molto ambita.